mercoledì 29 febbraio 2012

CLiCHé (victims of fashion) Mostra fotografica di TiTTi GaeTa


“Cliché (victims of fashion)” mostra fotografica
di Titti Gaeta
11 febbraio - 2 marzo 2012
Galleria d'Arte Contemporanea “Colorida”
Lisbona (Portogallo) - www.colorida.biz
curatore Jose Roberto Moreira



COMUNICATO STAMPA

L’arte di Titti Gaeta va oltreconfine. La sua mostra dal titolo “Cliché (victims of faschion)” è stata scelta dalla galleria “Colorida” di Lisbona, per essere esposta dall’11 febbraio, al 2 marzo prossimo. Situata nel cuore storico della capitale portoghese, in un edificio storico risalente ad oltre 150 anni fa, la galleria “Colorida” ospita artisti internazionali, lavorando anche a contatto con le istituzioni e promuovendo l’arte, non solo emergente. Cinque gli scatti in esposizione, che fanno parte di un lavoro concepito nel 2007, ed esposto per la prima volta nel 2008, in cui fotografia e arte digitale partoriscono un originale ibrido, frutto dell’estro dell’artista ebolitana, toccando il tema della donna vista come “vittima” delle mode imperanti. Il tema centrale della mostra, infatti, pone l’accento su quanto le donne, nella nostra società, siano condizionate da una serie di stereotipi e luoghi comuni “estetici” quanto mentali che, spesso, non gli appartengono e che ne imprigionano la vera essenza. Il concetto di bellezza, esteriore ed interiore, così, appare distorto, confezionato e patinato dalle grandi lobbies della moda. La bellezza della donna è “imprigionata”, così come imprigionate da fili appena visibili, eppure ben saldi, le donne ritratte dall’artista. Il risultato è una decadente società di plastica, caratterizzata da una esteriorità finta ed esasperata. Non è la prima volta che “Cliché” varca i confini nazionali. Vincitrice della “Notte dei ricercatori”, per la sezione “Fotografia”, promossa dall’Osservatorio Culture Giovanili dell’Università degli Studi di Salerno, la mostra è stata esposta presso l'Université Libre de Bruxelles dal 9 al 23 maggio dello scorso anno. “Cliche” è stata, inoltre, pubblicata e recensita, nel giugno 2009, dalla nota rivista di settore “Euroarte”. “Sono particolarmente felice che le mie opere siano state scelte per essere esposte in una delle capitali europee dell’arte- afferma Titti Gaeta- segno, questo, che anche l’arte emergente italiana è capace di far parlare di sé oltre i confini nazionali, con l’opportunità di lanciare anche messaggi di denuncia sociale”.

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Inserito da ENZO CORRENTI

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aRTiSaNaRT MoN aMouR


TerraCafè e ScuderieMArteLive
presentano
ArtisanArt mon amour

EVENTO E MOSTRA MERCATO DI ARTIGIANATO, MODA&RICICLO, FOTOGRAFIA, PITTURA E DEGUSTAZIONI dei prodotti nel TUSCANY CORNER


4 marzo 2012, H. 10.00/22.00 - BAR DEANNA, Piazza della Stazione 52/55R - FIRENZE (Santa Maria Novella)

ArtisanArt mon amour, ovvero l’arte e l’amore per l’arte in un evento inedito per Firenze tra body painting, moda e mostre artigiane, con scenografia l’opera e la creatività di giovani artisti fiorentini, ma anche un occasione per diffondere la tradizione enogastronomica italiana e promuovere i prodotti biologici toscani grazie al Tuscany Corner (www.tuscanycorner.eu), uno spazio aperto sia nell'ora di pranzo che per l'aperitivo serale, che sarà dedicato alla degustazione di prodotti fatti esclusivamente con ingredienti che nascono dalla tradizione Mediterranea realizzati dalla Tenuta Agricola dell’Uccellina, un’autentica fattoria biologica in Toscana, e un gruppo di produttori locali selezionati in base alla medesima passione per l’alta qualità e il rispetto dell’etica dell’agricoltura biologica.

ArtisanArt mon amour si terrà il 4 marzo a partire dalle 10.00 fino alle 22.00 presso il Bar Deanna in Piazza della Stazione 52/55R ed è il primo di una serie di eventi organizzati da TerraCafè , l'innovativo progetto di spazi polifunzionali ideato dal gruppo Terravision per accompagnare i propri passeggeri in ogni fase del proprio transito, in collaborazione le ScuderieMArteLive, giovane collettivo artistico spin-off di MArteLive, lo storico festival romano che ogni anno coinvolge e seleziona migliaia di artisti in tutta Italia.
Il programma artistico prevede quattro performance con ospiti Camilla Santi (performance moda), Sava Francesco Vuckovic (body painting), Martina Pancrazzi e Lauraballa (esposizione e live painting).
In mostra negli eleganti spazi del secondo piano del bar, le opere di Vittoria Pettini (jewels e accessori), Pepita Di Giusi Aquilano (borse con materiali di recupero) Guja Piazzesi (lampade e oggettistica con materiali di recupero), Arianna Angelillo (pirografia su legno), Peppa Aquilano (borse con materiali di recupero), Giovanni Erbabianca (ecodesigner), Keelena (lavorazioni in pelle), ShowMe (jewels, accessori, forme in alluminio e filati in lana), Miryam Amato (macrame`), Zulema Warainti (macramé), Sava Francesco Vuckovic (pittura e body painting), Maurizio Carraresi (fotografia), Valentina Perlongo (fotografia), Rubina Longu (fotografia), Martina Pancrazi (pittura), Lauraballa (pittura).
Tutti gli artisti coinvolti si esibiranno in estemporanea. Dando prova delle loro maestrie realizzeranno, per tutto l'arco della giornata, opere dal vivo in perfetto stile MArteLive per uno spettacolo davvero Totale.


ArtisanArt mon amour
PERFORMANCES AND ARTISAN CRAFT STALLS, RECYCLEDFASHION, PHOTOGRAPHY, PAINTINGS plus TASTING of products from the TUSCANY CORNER range
4th MARCH 2012, from 10:00 to 22:00 - DEANNA BAR, Piazza della Stazione 52/55R - FLORENCE (Santa Maria Novella)
ArtisanArt mon amour is bringing the passion of art to Florence in one fantastic, unedited event combining body painting, fashion and artisan stalls. Work from young Florentine artists set the scene for this day of art, which is also a great opportunity to get a taste of traditional Italian gastronomy with a tasting session of the organic Tuscan products from the Tuscany Corner range. (www.tuscanycorner.eu).

The Tuscany Corner is the perfect place for lunch or for an evening aperitif, and is dedicated to sharing a taste of high quality products made exclusively with traditionally Tuscan ingredients. All of our products are produced at the Tenuta Agricola dell’Uccellina, a real organic farm in Tuscany, together with a group of local farmers who share are belief in the importance of high quality and the use of traditional, organic farming methods.

ArtisanArt mon amour starts on the 4th of March from 10:00 until 22:00 at the Deanna Bar, Piazza della Stazione 52/55R. This will be the first in a series of events organised by the Terracafè, a chain of multifunctional lounge bars designed by the Terravision group, in order to provide its passengers with the highest quality service at every moment of their journey. These events have been organised in collaboration with the youth art group ScuderieMArteLive, spin-off of MArteLive, the historical Roman festival that selects and works with thousands of artists from all over Italy every year.

This inspirational art event will include four performances with special guests Camilla Santi (fashion performance), Sava Francesco Vuckovic (body painting), Martina Pancrazzi e Lauraballa (exhibitions and live painting).
The bar’s elegant upstairs area will house a display of works from Vittoria Pettini (jewels e accessori), Pepita Di Giusi Aquilano (bags made with salvaged materials) Guja Piazzesi (lamps and accessories made with salvaged materials), Arianna Angelillo (poker work on wood), Peppa Aquilano (bags made from salvaged materials), Giovanni Erbabianca (ecodesigner), Keelena (leather goods), ShowMe (jewels e accessories), Miryam Amato (knot work) Zulema Warainti (knot work), Sava Francesco Vuckovic (painting, engraving and installation), Maurizio Carraresi (photographer), Valentina Perlongo (photographer) and Rubina Longu (photographer), Martina Pancrazi (painting), Lauraballa (painting).
The performances from all of the artists involved will be spontaneous and unrehearsed and will go on throughout the day in true MArteLive style, to create a truly unique and unforgettable show

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Inserito da Enzo Correnti

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martedì 28 febbraio 2012

12 E 48 - CoLLeTTiVa DeL GRuPPo FoToGRaFiCo aRT-aRT iMPRuNeTa





12 e 48 - CoLLeTTiVa DeL GRuPPo FoToGRaFiCo aRT-aRT iMPRuNeTa (FiReNZe)

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Galleria CIVICO69 – Via Ghibellina, 69/r - Firenze

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dal 3 marzo al 10 marzo 2012

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INAUGURAZIONE: SABATO 3 marzo 2012, ORE 17,00
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12 e 48, recita il titolo in modo ammiccante, riferendosi al numero dei componenti oltreché a quello delle opere esposte. Coordinati da Renato Piazzini, i fotografi del Gruppo, nel corso dell’ultimo decennio, hanno affrontato varie tematiche legate al territorio di Firenze, Impruneta, Bagno a Ripoli, Lastra a Signa.. oltre a promuovere concorsi fotografici a livello regionale e in seguito nazionale. In questa esposizione dodici fotografi tra i più assidui si mostrano al pubblico ciascuno con un portfolio di 4 opere accompagnato da un video che ospita una nutrita esemplificazione del lavoro di ciascuno di essi. Anche nella presente occasione si evidenzia il metodo di lavoro all’interno del Gruppo, a privilegiare la ricerca di contenuti ad alto impatto significativo più che una sterile ricerca su dettagli tecnici troppo spesso fini a se stessi. -
Più in dettaglio...


Piero Alessandra e Nicole Guillon amano riportare sensazioni dai loro viaggi in terre lontane a contatto vuoi con la natura, vuoi con i costumi e gli usi delle popolazioni , cogliendo anche la parte introspettiva delle persone, attraverso ritratti intensi dai tagli ravvicinati.

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Luzzi propone una serie di immagini sulla Festa dell’Uva di Impruneta , legate tra loro dal motivo conduttore di ‘una fila’ di persone danzanti, con particolare attenzione ai colori degli abiti e delle acconciature.

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Giovanna Sparapani propone un’indagine approfondita su un’opera dello scultore ottocentesco

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Lorenzo Bartolini. Una serie di scatti in sequenza mostrano una figura femminile in varie posizioni, ‘appoggiata’ su muri bianchi, riprendendo una tematica a lei cara.

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Bruno Radicati ha scelto “Artisti ed artigiani all’opera” e le sue immagini sottolineano l’abilità manuale e gestuale con un gusto cromatico spiccato, accompagnato da tagli originali e sapienti.

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Mariano Mellini e Marco Barzagli sono attratti da soggetti legati alla vita della città. L’uno teso ad indagare, attraverso un uso sapiente del bianco/nero, il rapporto tra la figura umana e la pubblicità che invade i muri e gli edifici urbani, l’altro più incline ad un’indagine poetica sfruttando la tecnica del ‘mosso’, alla ricerca di un tracciato di un bus urbano.

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Franco Busignani si cimenta con uno dei suoi temi preferiti , cioè il ‘femminile’ indagato nel ritratto, nei particolari anatomici e negli atteggiamenti ricercati. Il tutto ammorbidito e permeato da una sensibilità teneramente poetica.

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Renato Piazzini mostra un’ evidente predilezione per i giochi grafici e cromatici con un occhio attento ai percorsi più attuali della fotografia . E non a caso titola questo portfolio “ Omaggio a David Tremlett e Sol Lewitt”.

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Luca Federici in un portfolio sulla Sicilia ha puntato l’obiettivo non tanto sul reportage, quanto su aspetti inquietanti legati ad una terra troppo spesso piena di contrasti. Massimo Macherelli, nei suoi scatti in bianco e nero, coglie l’intensità espressiva di persone coinvolte dalla lettura dell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters ed un filo di malinconia le lega come un riflesso dei contenuti del testo.

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Stefano Porcinai con il suo “Niente” ci guida nella sua visione tra l’ironico e il disincantato che lo accompagna nel dipanarsi della vita contemporanea.

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Orari:
Mart-Ven 9-13,30 e 16-19
Sabato 16-20
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Inserito da ENZO CORRENTI

lunedì 27 febbraio 2012

aRTiSTi a KM 0 - RUDY PULCINELLI



VI INCONTRO di ARTISTI a Km 0
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Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci AUDITORIUM
Viale della Repubblica, 277 – 59100 Prato
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Il VI artista è RUDY PULCINELLI
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La SCRITTURA è un elemento importante per creare memorie.
La MEMORIA è uno strumento fondamentale per ostacolare lo scorrere del TEMPO.
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Giovedì 01 marzo 2012 ore 21:00
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ARTISTI KM 0 è a cura di AParte (Associazione Pecci Arte)
in collaborazione del Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci - Prato
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Inserito da Enzo Correnti

giovedì 23 febbraio 2012

Presentazione Skeda Metropolitana, numero 1, anno 3 - IL PRIMO PASSO


Presentazione Skeda numero 1, anno 3 - IL PRIMO PASSO

VENERDI, 2 MARZO 2012 ore 17:00 - 20:00

Con l' inizio del nuovo anno SKEDA apre i propri spazi per la presentazione del


nuovo numero che affronterà come tematica IL PRIMO PASSO, per celebrare

l'evento verrà presentata l'opera inedita dell' artista ANNA GALLO ispirata al

tema. Siete tutti invitati a prendere parte al dibattito al quale parteciperanno

rappresentanti di archeologia industriale, teatro e politica.

A seguire musica con aperitivo.

SEDE SKEDA: via Carraia 27 , Prato
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Inserito da Enzo Correnti

Gruppo di Lettura Vaiano

SKEDA un giornale particolare

Compie tre anni SKEDA, un giornale pubblicato a Prato ogni due mesi,  sia in versione cartacea che on-line.
La sua peculiarità è l’essere ad ogni numero monotematico.
Gli argomenti scelti sono i più svariati: dalla solitudine alla raccolta differenziata. Molto curata la veste grafica avvalendosi di vari artisti, locali  e non.
Arricchito  da schede di approfondimento e, da qualche mese, anche da un bel blog, filo diretto e interattivo con i lettori.
Il giornale ha una redazione stabile, ma si avvale, di volta in volta, dell’intervento di esperti dei singoli argomenti.
E’ aperto anche a collaborazioni occasionali esterne di chiunque abbia qualcosa da dire e abbia anche la voglia di farlo!


3 Commenti »

  1. Stefi Scrive,

    22 Febbraio 2012 @ 23:01
    veramente molto interessante questa esperienza!!
    Sono riuscita a perdermi negli interessanti meandri che, giro dopo giro, mi hanno persino fatto imbattere in un’intervista con il meraviglioso ? Paolo Fresu! :-)
    Questo tipo di esperienze mi fanno pensare che il mondo ha ancora degli spazi/momenti/soggetti in “evoluzione” (qualunque sia il significato di questa parola) :-)
    abrazos para todos
    Stefi
  2. Stefi Scrive,

    22 Febbraio 2012 @ 23:07
    N.B. al precedente commento: il ? in realtà era una nota musicale…che in fase di pubblicazione ha subito una trasmutazione grafica…:-)
    di seguito inserisco una serie di prove di caratteri ASCII per vedere cosa viene pubblicato rispetto a ciò che vedo io in fase di inserimento (è un esperimento in perfetta sintonia con alcune performances artistiche che ho visto su Youtube proprio per “Scheda”) :-)
    ? ? ?
    Stefi
  3. Pina Scrive,

    23 Febbraio 2012 @ 06:36
    Direi che è davvero emozionante essere luogo di esperimenti!!
    Però confesso che non so cosa sono i caratteri ASCII che nella
    pubblicazione sono diventati ??.
    Evidentemente il ? diventa la soluzione ad ogni stranezza e
    diversità grafica!
    In fondo il ? ha tutto e il contrario di tutto dentro di sè ed è il
    motore dell’evoluzione umana.
    Scusa, Stefy, ho giocato un pò a fare la pseudo-intellettuale mattutina.
    Tutta una scusa per…
    Un grande abbraccio!!! ?? !! :-) :-)

mercoledì 22 febbraio 2012

L'ARTE FRA VALORE DI SCAMBIO E VALORE D'USO

dice Ignazio:
"oggi ancor prima delle merci quello che va prodotto è il loro consumo esattamente come avviene col sistema della moda che per esistere deve  inventarsi di continuo i propri consumatori. Per promuovere un artista si utilizzano apparati produttivi in piena regola. Viene  messa in piedi una struttura pari a quella che serve per lanciare un auto o un vestito.
Ogni  artista sa che però se la sua opera assume prevalentemente valore di merce di scambio, assolve solo parzialmente alla forza generatrice che l’ha prodotta."

Chiediamoci: in che modo il valore di scambio si differenzia dal valore d'uso? Ovviamente il valore di scambio avviene nello scambio e lo scambio avviene per avere l'uso del bene che si è ottenuto.
Perché il processo di scambio che porta all'uso diverge dal valore d'uso?
Nella serie di azioni che porta dall'uno all'altro sembra difficile intravedere la ragione e il meccanismo di tale trasformazione. E tuttavia si possono rilevare comunque degli indizi.
Per esempio molti comprano più libri di quanti non ne leggano. Anzi tutti compriamo libri che non leggiamo mai tutti completamente. È come se il bene in questione fosse portatore di due diversi valori, il valore di scambio, appunto, e il valore d'uso, dove il valore di scambio ha un suo autonomo appeal che non coincide con il valore d'uso. Voglio qualcosa anche senza conoscerla: il libro stesso lo posso conoscere solo dopo averlo consumato ma lo acquisisco prima, quindi senza conoscerlo. 
Ma anche un oggetto diverso, per esempio, una mela, decido di comprarla prima di averla mangiata e solo dopo averla mangiata posso valutare la sua utilità per me in termini di sazietà e di soddisfazione.
Ciò che possiamo dire a questo punto è quindi il fatto che il valore di scambio PRECEDE il valore d'uso.
Per accedere all'uso di un bene devo PRIMA attraversare il meccanismo dello scambio che è un meccanismo sociale, devo entrare in un rapporto sociale.
Nella condizione primitiva di natura l'attrazione del bene era offerta immediatamente dalla natura e non richiedeva nessun attraversamento sociale. Richiedeva il rapporto con la natura, ma non il rapporto sociale. Tuttavia anche il rapporto con la natura pur concepito idealmente a livello primitivo non era privo di insidie e di elaborazioni: esistono frutti velenosi che si mostrano appetitosi e promettono un ottimo valore d'uso nascondendo un uso in effetti mortale.
La società ha imparato a conoscere i trucchi della natura e li ha comunicati ai propri figli. I trucchi della natura quindi sono anch'essi diventati sociali, anche l'accesso alla primitività della natura ha cominciato a richiedere l'attraversamento del rapporto sociale.
La società è ben presto diventata la fonte della valorizzazione delle cose e quindi l'origine dell'approccio ai beni. Questa operazione valorizzante ha in sé tuttavia infinite turbative che i tanti attori inseriscono nell'operazione per ragioni esterne alla natura del bene sul quale operano. Di che si tratta? Si tratta ovviamente degli interessi che sono distinti dal bene come lo scopo del guadagno è distinto dallo scopo della vendita.
Quando la società diventa preponderantemente impregnata dell'esternità degli scopi sul processo di valorizzazione dei beni abbiamo uno scollamento decisivo fra valore d'uso e valore di scambio. Ciò a cui allude Ignazio è esattamente questo.

Ignazio offre una speranza a questa situazione. Una via d'uscita che ha sicuramente elaborato tenacemente e che sta alla base della sua scelta d'artista:

"esistono luoghi non destinati all’esposizione, alla ritualizzazione dell’arte, luoghi liberi da prescrizioni mercificatorie dove l’arte è in diretto contatto con il loro destinatari quali sono gli spazi pubblici. Ciò priva l’opera di valore puramente commerciale, restituendole valore d’arte. Non più oggetti ma opere d’arte che dialogano in modo diretto con il pubblico senza finte cornici."

Diciamo che la battaglia non è semplice, diciamo che l'opera di valorizzazione mercantile invade ampi spazi e tende a riempirli tutti, diciamo che anche gli spazi pubblici finiscono per esserne pervasi e influenzati nelle loro scelte - per esempio nelle scelte che fanno o tendono a fare degli artisti a cui affidare gli spazi pubblici.
E tuttavia i giochi non sono fatti fino in fondo, una tensione esiste a livello politico e sociale e questo rappresenta il terreno su cui continuare a misurarci.
Soprattutto i giochi non sono fatti a livello sociale, cioe' nella distinzione tra valore di scambio e valore d'uso: l'apparato valorizzante agisce sul processo di scambio, cioe' sul momento che PRECEDE, ma non potrà mai agire sul momento dell'USO: questo momento è il momento decisivo, è il momento solitario e individuale nel quale l'individuo è solo con il proprio consumo e con la verifica della risposta ai propri bisogni.
Il meccanismo valorizzante che agisce sul valore di scambio provoca automaticamente un processo di alienazione che è a esso funzionale: solo l'uomo alienato si dimentica dei propri bisogni e scambi la non-risposta per risposta. Però questo processo non è mai totale e la lotta per rivolgersi a un'umanità vera può essere continuata fiduciosamente.

venerdì 17 febbraio 2012

iL PRiMo PaSSo TRa MeTaFoRa e ReaLTà...


iL PRiMo PaSSo TRa MeTaFoRa e ReaLTà...
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NoN è CoSa SeMPLiCe FaRe iL PRiMo PaSSo...
iL PRiMo PaSSo VeRSo La FeLiCiTà...
iL PRiMo PaSSo VeRSo L'iGNoTo...
iL PRiMo PaSSo VeRSo iL FuTuRo...
aSPeTTaNDo SKeDa, NuMeRo 1 anno 3
Fai uN PRiMo PaSSo aNCHe Tu...
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Inserito da Enzo Correnti

venerdì 10 febbraio 2012

PeRSoNaLe Di LauRaBaLLa aL BaR San Francesco MIRAGLIA di PRATO


dal 12 febbraio al 25 Marzo 2012

Personale di Lauraballa
al Bar S.Francesco MIRAGLIA
V.S.Trinità 32 Prato

aperto tutti i giorni dalle ore 7 alle ore 20

L’arte è una bugia che ci fa realizzare la verità.
Pablo Picasso

Rinfresco Domenica 12 febbraio 2012 ore 16/20

per chi volesse vedere i nuovi quadri di Lauraballa li può trovare qui:
http://www.facebook.com/pages/Lauraballa-quadri-in-vendita-e-non-solo/159146230816937
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Inserito da Enzo Correnti
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eSSeRCi SeNZa eSSeRCi 2012 (quinta edizione) A cura di Enzo Correnti e _guroga

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Mostra di ARTE POSTALE
eSSeRCi SeNZa eSSeRCi (quinta edizione)
Sabato 29 e domenica 30 settembre 2012
a cura di eNZo CoRReNTi e _guroga
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REGOLAMENTO:
1) Eseguire le mail art a "tema libero"
2) Sul retro scrivere nome dell'autore, data e titolo
3) La partecipazione è gratuita
4) Spedire una o più opere postali a:
ENZO CORRENTI
VIA GARELLA, 43
59100, PRATO (ITALIA)
5) Le opere pervenute non saranno restituite
6) Le immagini delle opere inviate potranno essere utilizzate dall'organizzazione nei modi e con i fini ritenuti opportuni senza nessuna pretesa economica da parte degli artisti invitati a partecipare. In particolare viene riconosciuto il diritto ad utilizzarle nel materiale di comunicazione e pubblicitario.
7) Per informazioni: Enzo Correnti: cellulare: +39 347.5729513,
e_mail: enzo.correnti@libero.it - guroga@hotmail.it
esserci-senza-esserci@hotmail.it
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La mostra fa parte della manifestazione:
CauSa SGuaRDo
VIII iNCoNTRo aRTiSTi CoNTeMPoRaNei
CaRRoZZeRia RiZieRi - PoNTeDeRa (PiSa) - iTaLia
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NB SARANNO ESPOSTE TUTTE LE MAIL ART PERVENUTE
ENTRO E NON OLTRE IL 22 SETTEMBRE 2012
ESCLUSO LE MAIL ART PORNOGRAFICHE, RAZZISTE, NAZISTE, ETC.
Nessuna selezione, ne giuria, ne vendita.
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Artisti e non di SKEDA aspettiamo la vostra ARTE POSTALE... grazie!
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Inserito da Enzo Correnti

lunedì 6 febbraio 2012


Il primo uomo del primo passo era piuttosto piccolo. Aveva sempre vissuto ai margini del potere. Conosceva l'uomo potente del branco anche se questi si era sempre curato poco di lui.

Il primo passo cominciò con una randellata con la quale l'uomo del primo passo colpì l'uomo del senza passi, l'uomo potente, facendolo crollare a terra.

Dopo la prima randellata ne tirò altre: si era talmente spaventato di ciò che aveva fatto che percepì come unica via di fuga l'assassinio. Uccise il capo.

Non poteva far altro. Il capo era un uomo sicuro di sé, prepotente, prendeva tutto ciò che voleva, tutto ciò che poteva consumare, sicuro di non trovare opposizione efficace. Chiunque si opponesse veniva vinto, schiacciato, umiliato, emarginato.

L'uomo del senza passi, per quanto brutale e prepotente, non aveva però mai ucciso. Non ne aveva bisogno. L'uomo del primo passo era piccolo, sarebbe stato schiacciato e questa volta ucciso. Doveva uccidere.

Molte cose cambiarono da allora. Gli altri del branco quando videro cosa era successo guardarono all'uomo del primo passo con un misto di ammirazione e di rabbia, e guardarono all'uomo del senza passi steso per terra e privo di vita con un misto di sollievo e di pietà. Pietà nascosta tanto che non trasparisse agli altri per non apparire debole, per non apparire fuori del nuovo sistema di cose.

L'uomo del primo passo infatti, prese il posto del capo e fu oggetto di aspettative, di invidia e di colpevolizzazione. 
Il nuovo capo comunque non lasciò le cose come stavano prima, non si limitò a occupare il posto del capo. Non era sicuro di sé come lo era l'uomo del senza passi, sapeva che poteva essere ucciso a sua volta. 
Il primo capo si avvicinava agli altri con la sicurezza del capo e prendeva da loro ciò che voleva prendere. Non usava alcuna precauzione. Non scrutava gli occhi degli altri con diffidenza, mostrava disprezzo se provava disprezzo e simpatia se era questo che lui provava. Si arrabbiava o rideva con la sicurezza e la verità delle proprie emozioni.

Il capo secondo si avvicinava con circospezione, non esprimeva i suoi sentimenti con libertà. Non il disprezzo (avrebbe potuto far nascere un nemico mortale), non la simpatia (l'uomo di fronte poteva celare la morte anche dietro il sorriso).
Il nuovo capo inventò la distanza fra uomo e uomo, innalzò mura fra sé e gli altri.

mercoledì 1 febbraio 2012

CARISMA


Per re-inaugurare la nuova possibilità di usare il blog  ho fatto un copia e incolla di un vecchio pensierino sul carisma. Forse non ha alcun interesse relativamente a quanto dibattuto fra di noi, ma forse un po' sì e comunque, il caldo della neve (il caldo che la neve ci induce a cercare) e la pigrizia indotta dall'abolizione generale del lavoro nei giorni nevosi, mi fa ricorrere a questo recupero poco faticoso.
Un saluto a tutti - motòs


Il carisma rappresenta il movimento che parte per incontrare il rapporto umano e si instaura quando le barriere della convenzione vengono rotte e il rapporto umano viene effettivamente scoperto e instaurato.

Un'assemblea, per esempio, è caratterizzata dalla volontà di scoprire le varie volontà individuali, di oggettivarle, di renderle pubbliche, di confrontarle, di creare un evento che pone pubblicamente e quindi impone, evidenzia, svela, rende visibili, le volontà non dette di ogni individuo sancendo la scoperta di esse in modo pubblico, rendendole fatto e forza, umanizzando una convivenza, trasformandola da aggregato a collettività, dando significato alla vicinanza fisica.

L'elemento umano può verificarsi nell'esercizio sull'oggetto. L'oggetto è un problema. Il problema è comune ed è oggettivo, sta nel mezzo all'insieme degli uomini riuniti. Il problema è sempre in qualche modo riconosciuto e sta all'origine dell'evento assemblea. L'iniziativa parte perché un problema è stato individuato.

L'esercizio sull'oggetto trova vari ostacoli. Questi ostacoli sono ciò che si oppone all'esercizio sull'oggetto, cioè sono ciò che si oppone all'umanizzazione dell'evento, alla scoperta dell'uomo di fronte all'oggetto.

L'uomo di fronte all'oggetto svela se stesso, scopre se stesso. Scopre la sua forza, la sua capacità. Prima di dimostrarsi si scopre, si svela. L'uomo stesso non sapeva di essere, non sapeva chi era. Di fronte all'oggetto l'uomo scopre l'oggetto, gli dà forma. Dando forma all'oggetto l'uomo esprime se stesso. Si scopre. Scoprendo l'oggetto l'uomo scopre se stesso e si oggettivizza, si svela, si rende pubblico, si manifesta, si impone come presenza nuova. La novità si introduce nell'aggregato di uomini e si pone come aggregante. La scoperta dà forma all'insieme. Ciò che un uomo scopre nell'oggetto dà forma a se stesso e svela se stesso, automaticamente si pone come forma per gli altri.

La scoperta dell'oggetto che sta alla base dell'evento assemblea è una scoperta solo potenzialmente creatrice. Anche se può esserlo fin dall'inizio.
In genere l'aggregato ha già una forma: l'assemblea di un condominio ha già un amministratore; l'assemblea sindacale ha già dei responsabili

La scoperta dell'oggetto in qualche modo, già di per sé contrasta con la forma precedente, già dall'inizio è contro la forma data. 
L'oggetto si pone come problema. Quindi si pone in contrasto con ciò che l'aggregato umano è in quel momento. Rappresenta un elemento contro.

L'esistenza di questo contrasto si pone quindi immediatamente come minaccia della forma esistente e quindi contro chi la rappresenta: l'amministratore o i dirigenti sindacali non sono riusciti a non far nascere il problema; la forma assunta precedentemente e l'attribuzione delle responsabilità non hanno saputo evitare quel problema, quel problema quindi si erge, per la sua stessa esistenza, oggettivamente, contro quella forma, contro quella attribuzione di responsabilità.

I responsabili possono esprimere delle opinioni sul nuovo oggetto e possono proporre un modo per affrontarlo. Ma se fossero stati certi di sé avrebbero potuto farlo prima, avrebbero potuto assumere le responsabilità loro attribuite e affrontare direttamente il problema.
Se non lo hanno fatto è perché non erano certi delle proprie opinioni sul modo di affrontarlo e cercano nell'assemblea una condivisione del rischio, rimettono all'assemblea una parte delle responsabilità che tale assemblea aveva loro affidato precedentemente.

Oppure non lo hanno fatto perché, pur sentendosi certi e forti di fronte all'oggetto, gli sono arrivate contrarietà da parte di alcuni membri dell'assemblea e vogliono ora verificare, appunto, le volontà, nel rinnovare le responsabilità affidate loro.

Nell'assemblea si manifesta la lotta. Ma la lotta non è il carisma. La lotta nega il carisma. La lotta infatti non svela l'oggetto e quindi non svela l'uomo, non dà forma all'oggetto e non dà forma all'uomo. 
La lotta esprime le volontà, ma le volontà non sono una scoperta, non sono una novità, non danno forma a niente, rappresentano ciò che già esiste e ruotano attorno ai vecchi oggetti. Le volontà rappresentano il vecchio e negano la scoperta.

La lotta, da sola, non risolve alcun problema perché prescinde dall'oggetto, dallo scoprirlo. L'oggetto viene a rappresentare, nella lotta, solo un pretesto per l'espressione delle volontà, ma non per la scoperta dell'oggetto stesso, e quindi per la scoperta dell'uomo.

La scoperta dell'uomo è la scoperta del nuovo dell'uomo. E il nuovo dell'uomo si manifesta solo nella scoperta dell'oggetto. 
Quando l'uomo non scopre ma si esprime, esprime ciò che è non ciò che scopre di essere, esprime la sua forza acquisita, non la forza della scoperta.

La lotta priva della scoperta dell'oggetto è il movimento della convenzione, è la resistenza della convenzione. La convenzione può cambiare tutto senza scoprire niente, senza cambiare quindi niente, cioè senza affrontare alcun problema, lasciando quindi intatto ogni problema e la forza di opposizione che ogni problema esercita sull'uomo. La lotta priva di oggetto è quindi una lotta autodistruttiva.

Il carisma scatta quando qualcuno riesce a uscire dalla lotta autodistruttiva, a scoprire l'oggetto e a imporlo. Allora l'uomo che si impone all'oggetto, impone se stesso, ri-impone l'uomo sull'oggetto, scopre il nuovo dell'uomo e prefigura il superamento dell'oggetto. Quando questa imposizione di fronte alla convenzione si impone, si instaura il rapporto sociale del  carisma, 
l'annullamento delle volontà preesistenti per la costruzione di una volontà nuova, l'annullamento della lotta autodistruttiva per la creazione di una nuova forma.

Il tradimento rappresenta la resistenza al nuovo. Rappresenta la forza della convenzione, della volontà acquisita che non può esercitarsi sull'oggetto, perché l'oggetto è il nuovo e l'oggetto è la minaccia. Per questo la volontà acquisita difende se stessa con il tradimento.

Il tradimento è necessariamente non-pubblico, ma non perché sia sconosciuto. Esso, anzi aspira ad esser conosciuto affinché la forza che esso vuol testimoniare sia, essa stessa, riconosciuta: ciò è in effetti il vero obiettivo del tradimento, il riconoscimento della propria forza.

Questo riconoscimento non può avvenire frontalmente al movimento che mira all'oggetto. Il movimento che mira all'oggetto è il movimento carismatico, creativo, che tende a dar forma al nuovo e combatte quindi il vecchio e minaccia quindi la forza della volontà. Su questo terreno la volontà è destinata a perdere. e questo è un terreno pubblico.

Il tradimento deve quindi lavorare nascostamente perché il momento della lotta deve uscire dall'agone con il nuovo, ma non deve essere necessariamente sconosciuto. Il tradimento mira a far conoscere la propria forza e quindi a far sapere di sé: non a misurarsi, a manifestarsi. Farà quindi sapere di sé e si farà percepire in modo tale da non dare la certezza, in modo tale, quindi da evitare il confronto. Ciò che interessa è di lasciare un canale libero affinché si sappia che c'è e quindi affinché la volontà vecchia possa ancora esercitarsi e aspettare di vincere, cioè aspettare la de-formalizzazione di chi lotta contro l'oggetto, cioè di chi crea il nuovo, per tornare a manifestarsi, per tornare a mostrarsi e a farsi riconoscere.

Il tradimento non nega se stesso, ma non formalizza la propria esistenza, non intende mettersi in discussione.
Il tradimento si lascia percepire in misura tanto maggiore quanto è forte la propria forza e a negarsi solo se il nuovo si afferma. 

Mentre il carisma prende la propria forza dalla scoperta dell'oggetto e quindi dalla scoperta di se stesso e quindi dall'atto creativo; il tradimento prende la propria forza dalla congiunzione delle volontà: il carisma è un unione di uomini attorno all'oggetto, ogni uomo si trova unito agli altri tramite l'oggetto venendo quindi a costituire una unione mediata, indiretta.
Il tradimento prende invece la propria forza dall'unione con l'altro, è un'unione diretta.
L'unione carismatica è un'unione oggettiva, quella del tradimento è un'unione soggettiva, di persone.   Parallelamente si può dire che ogni unione di persone mira a conservare le vecchie volontà, a potenziarle e a resistere al nuovo, resistere alla creazione.
Ogni unione diretta di persone è potenzialmente volta al tradimento.