giovedì 30 agosto 2012

non c'è da fermarsi = durmak yok con Enzo Correnti e Murat Onol


associazione art.art impruneta presenta
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non c'è da fermarsi = durmak yok
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enzo correnti + murat onol
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mostra dal 1 al 30 settembre 2012
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casa del popolo di impruneta
Via della croce, 39 - impruneta (firenze)
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tutti i giorni 8:00 - 23:00
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1 settembre alle ore 18:00 brindisi con gli artisti

sabato 18 agosto 2012

MOArt Zero (inaugurazione spazio espositivo) a cura di Titti Gaeta



COMUNICATO STAMPA
• Artista: group exhibition with Sante Abbinente, Antonio Conte, Giovanni Comunale, Enzo Correnti, Francesco Cuomo, Titti Gaeta, Annalisa Mandarino, Enrico Visconti
• titolo della mostra: MOArt Zero (inaugurazione spazio espositivo) a cura di Titti Gaeta
• data inaugurazione: domenica 9 settembre 2012, ore 18
• luogo: MOA museum (Museum of Operation Avalanche) / MOArt (sala contemporanea – arti visive)
• indirizzo: Eboli – Complesso Monumentale S. Antonio,
via S. Antonio – 84025
• info: www.officina31.tumblr.com / officina31@excite.it
• orari: dal lunedì alla domenica, dalle 18:00 alle 22:00
• chiusura mostra: 30 settembre 2012

Il MOA (Museo della Memoria) nella prima serata inaugurale è lieto di presentare al grande pubblico l’apertura della galleria MOArt, domenica 9 settembre 2012 dalle ore 18.00 presso il Complesso Monumentale S. Antonio.
MOArt sta per “sala contemporanea di arti visive” che in questa occasione dà il via alla sua prima stagione espositiva con una ricca collettiva di presentazione. Otto le menti creative ad occupare il doppio volume purista dello spazio espositivo, tutte figure provenienti dal cantiere artistico di Officina 31, associazione culturale salernitana no profit volta alle arti visive dalla quale prende vita l’idea generativa su questo virtuoso spazio nascente.
Il primo step espositivo ideato e curato da Titti Gaeta (artista campana, titolare di Officina 31 nonché responsabile MOArt – arti visive), prende il nome di MOArt Zero e si identifica come felice inizio di un ambizioso progetto culturale mosso dall’esigenza di comunicare l’arte con l’arte. Un terreno fertile da cui spuntano materiali creativi (e mentali) variegati e dove fioriscono variopinte modalità operative volte alle arti e alle comunicazioni visive. I prodotti di questa elaborazione spaziano dalla fotografia alla digital art, dalla scultura tradizionale alla videoarte, dall’opera testuale all’artigianato. “Una fucina culturale che si propone di elaborare e realizzare progetti che spaziano dalla sperimentazione di nuove forme di comunicazione culturale, al radicamento dei modelli progettuali tradizionali, sensibilizzando tutto e tutti, contribuendo allo stimolo di una continua ricerca nel settore delle arti”, questo avverte la curatrice. Un audace punto di partenza per un prolifico incubatore dove nascono milleuno idee e buoni propositi per produrre una nuova idea di cultura nel salernitano, rivolta ad un pubblico frontale senza specifici target e sempre più eterogeneo ed esigente.
Un’occasione di confronto per artisti affermati ed emergenti che in un involucro tardo-medievale, sotto le possenti volte a crociera della sala in questione, si uniscono per la prima volta nel tracciato allestito con una corposa preview atematica. Accanto alla sensibilità della memoria, che apre la mente verso risonanze storiche fatte di guerre e conflitti, convivono nella MOArt gli ultimi figli della modernità culturale campana (e non) tradotta in termini d’arte. Dissimili le tematiche, uguali gli obiettivi: creare dei luoghi di pensiero, dei processi di comunicazione, porre delle solide basi concettuali su cui innalzare un nume ideologico comune, l’arte.

Sante Abbinente Salerno – 1979, opera con la pittura.
Antonio Conte Napoli – 1981, si muove tra astrattismo e dadaismo.
Giovanni Comunale Singen – 1964, intende la fotografia un sicuro sentiero del cuore.
Enzo Correnti Palermo – 1953, informale materico? No, grazie, la mia è Pittoscultura!
Francesco Cuomo Eboli – 1973, dalla pittura alla grafica come pure al marchio di moda il passo è breve…
Titti Gaeta Salerno – 1971, predilige lo scatto e la realtà racchiusa in formato “memoria”.
Mandarino Nudo e Crudo (Annalisa Mandarino) Battipaglia – 1983, vive su un’isola felice dove coltiva pittura, grafica e design.
Enrico Visconti - Eboli, 1957, imprime su milleuno supporti i prodotti delle sue accuse sociali
Ufficio stampa MOArt
Gianmatteo Funicelli

Ignazio Fresu: Oggetti Smarriti - FOTO


venerdì 17 agosto 2012

LuCi oMBRe e LaNTeRNe Installazione di aNGeLo ToSCHi e eNZo CoRReNTi

 LuCi oMBRe e LaNTeRNe Installazione di aNGeLo ToSCHi e eNZo CoRReNTi (1)
 LuCi oMBRe e LaNTeRNe Installazione di aNGeLo ToSCHi e eNZo CoRReNTi (2)
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L’iNSTALLaZioNe CoLLoCaTa NeLL’aLVeo DeL FiuMe BiDeNTe DuRaNTe iL SaNTa SoFia BuSKeRS FeSTiVaL 2012.
L’oPeRa è CoSTiTuiTa Da 21 CuBi, TaNTi QuaNTi GLI aNNi DeLLa MaNiFeSTaZioNe.
TRAMiTe QueST’oPeRa i CoMPoNeNTi DeL CoMiTaTo oRGaNiZZaToRe TeSTiMoNiaNo CoN iMMaGiNi, DiSeGNi e TeSTi, L’iMPeGNo, La VoLoNTà e La ViViDa CoLLaBoRaZioNe.
L’iNSTaLLaZioNe aL Di Là DeL CoLoRe, CALoRe e CoNTeSTo aSSuMe IN aMBiTo DiuRNo, HaNNo UN PaRTiCOLaRe RiSaLTo e SuGGeSTioNe NeLLe oRe NoTTuRNe.
DISLOCaTi LuNGo FiuMe e iLLuMiNaTi Da LaNTeRNe.

sabato 4 agosto 2012

Oggetti Smarriti


“Oggetti Smarriti” – installazione artistica di Ignazio Fresu
vetroresinsa, ferro e ruggine- dimensioni variabili.


Ignazio Fresu mi perdonerà, ma tutte le volte che incrocio una sua opera, non posso fare a meno di parlarne, perchè hanno lo straordinario dono di scavarmi nel profondo e di farmi riflettere.
Non smetterei di ammirare la sua installazione Oggetti Smarriti, di vetroresina ferro e ruggine, perchè mi rapporta al senso ultimo della vita e della morte.
Un viaggio verso una meta ignota, in cui incrociamo altri viandanti, chi per un istante, chi per tutto il cammino.
Alcuni, dopo leghe e leghe, ci pugnalano alla schiena. Altri, dopo appena un passo, ci impediscono di cadere o ci aiutano a rialzarsi.
Ci carichiamo di cose inutili, dimenticando spesso quelle necessarie… E alla fine abbandoniamo un bagaglio di sogni, esempi ed esperienza, nella speranza che non vada perduto e qualcun altro possa raccoglierlo.