Per re-inaugurare la nuova possibilità di usare il blog ho fatto un copia e incolla di un vecchio pensierino sul carisma. Forse non ha alcun interesse relativamente a quanto dibattuto fra di noi, ma forse un po' sì e comunque, il caldo della neve (il caldo che la neve ci induce a cercare) e la pigrizia indotta dall'abolizione generale del lavoro nei giorni nevosi, mi fa ricorrere a questo recupero poco faticoso.
Un saluto a tutti - motòs
Il carisma rappresenta il movimento che parte per incontrare il rapporto umano e si instaura quando le barriere della convenzione vengono rotte e il rapporto umano viene effettivamente scoperto e instaurato.
Un'assemblea, per esempio, è caratterizzata dalla volontà di scoprire le varie volontà individuali, di oggettivarle, di renderle pubbliche, di confrontarle, di creare un evento che pone pubblicamente e quindi impone, evidenzia, svela, rende visibili, le volontà non dette di ogni individuo sancendo la scoperta di esse in modo pubblico, rendendole fatto e forza, umanizzando una convivenza, trasformandola da aggregato a collettività, dando significato alla vicinanza fisica.
L'elemento umano può verificarsi nell'esercizio sull'oggetto. L'oggetto è un problema. Il problema è comune ed è oggettivo, sta nel mezzo all'insieme degli uomini riuniti. Il problema è sempre in qualche modo riconosciuto e sta all'origine dell'evento assemblea. L'iniziativa parte perché un problema è stato individuato.
L'esercizio sull'oggetto trova vari ostacoli. Questi ostacoli sono ciò che si oppone all'esercizio sull'oggetto, cioè sono ciò che si oppone all'umanizzazione dell'evento, alla scoperta dell'uomo di fronte all'oggetto.
L'uomo di fronte all'oggetto svela se stesso, scopre se stesso. Scopre la sua forza, la sua capacità. Prima di dimostrarsi si scopre, si svela. L'uomo stesso non sapeva di essere, non sapeva chi era. Di fronte all'oggetto l'uomo scopre l'oggetto, gli dà forma. Dando forma all'oggetto l'uomo esprime se stesso. Si scopre. Scoprendo l'oggetto l'uomo scopre se stesso e si oggettivizza, si svela, si rende pubblico, si manifesta, si impone come presenza nuova. La novità si introduce nell'aggregato di uomini e si pone come aggregante. La scoperta dà forma all'insieme. Ciò che un uomo scopre nell'oggetto dà forma a se stesso e svela se stesso, automaticamente si pone come forma per gli altri.
La scoperta dell'oggetto che sta alla base dell'evento assemblea è una scoperta solo potenzialmente creatrice. Anche se può esserlo fin dall'inizio.
In genere l'aggregato ha già una forma: l'assemblea di un condominio ha già un amministratore; l'assemblea sindacale ha già dei responsabili.
La scoperta dell'oggetto in qualche modo, già di per sé contrasta con la forma precedente, già dall'inizio è contro la forma data.
L'oggetto si pone come problema. Quindi si pone in contrasto con ciò che l'aggregato umano è in quel momento. Rappresenta un elemento contro.
L'esistenza di questo contrasto si pone quindi immediatamente come minaccia della forma esistente e quindi contro chi la rappresenta: l'amministratore o i dirigenti sindacali non sono riusciti a non far nascere il problema; la forma assunta precedentemente e l'attribuzione delle responsabilità non hanno saputo evitare quel problema, quel problema quindi si erge, per la sua stessa esistenza, oggettivamente, contro quella forma, contro quella attribuzione di responsabilità.
I responsabili possono esprimere delle opinioni sul nuovo oggetto e possono proporre un modo per affrontarlo. Ma se fossero stati certi di sé avrebbero potuto farlo prima, avrebbero potuto assumere le responsabilità loro attribuite e affrontare direttamente il problema.
Se non lo hanno fatto è perché non erano certi delle proprie opinioni sul modo di affrontarlo e cercano nell'assemblea una condivisione del rischio, rimettono all'assemblea una parte delle responsabilità che tale assemblea aveva loro affidato precedentemente.
Oppure non lo hanno fatto perché, pur sentendosi certi e forti di fronte all'oggetto, gli sono arrivate contrarietà da parte di alcuni membri dell'assemblea e vogliono ora verificare, appunto, le volontà, nel rinnovare le responsabilità affidate loro.
Nell'assemblea si manifesta la lotta. Ma la lotta non è il carisma. La lotta nega il carisma. La lotta infatti non svela l'oggetto e quindi non svela l'uomo, non dà forma all'oggetto e non dà forma all'uomo.
La lotta esprime le volontà, ma le volontà non sono una scoperta, non sono una novità, non danno forma a niente, rappresentano ciò che già esiste e ruotano attorno ai vecchi oggetti. Le volontà rappresentano il vecchio e negano la scoperta.
La lotta, da sola, non risolve alcun problema perché prescinde dall'oggetto, dallo scoprirlo. L'oggetto viene a rappresentare, nella lotta, solo un pretesto per l'espressione delle volontà, ma non per la scoperta dell'oggetto stesso, e quindi per la scoperta dell'uomo.
La scoperta dell'uomo è la scoperta del nuovo dell'uomo. E il nuovo dell'uomo si manifesta solo nella scoperta dell'oggetto.
Quando l'uomo non scopre ma si esprime, esprime ciò che è non ciò che scopre di essere, esprime la sua forza acquisita, non la forza della scoperta.
La lotta priva della scoperta dell'oggetto è il movimento della convenzione, è la resistenza della convenzione. La convenzione può cambiare tutto senza scoprire niente, senza cambiare quindi niente, cioè senza affrontare alcun problema, lasciando quindi intatto ogni problema e la forza di opposizione che ogni problema esercita sull'uomo. La lotta priva di oggetto è quindi una lotta autodistruttiva.
Il carisma scatta quando qualcuno riesce a uscire dalla lotta autodistruttiva, a scoprire l'oggetto e a imporlo. Allora l'uomo che si impone all'oggetto, impone se stesso, ri-impone l'uomo sull'oggetto, scopre il nuovo dell'uomo e prefigura il superamento dell'oggetto. Quando questa imposizione di fronte alla convenzione si impone, si instaura il rapporto sociale del carisma,
l'annullamento delle volontà preesistenti per la costruzione di una volontà nuova, l'annullamento della lotta autodistruttiva per la creazione di una nuova forma.
Il tradimento rappresenta la resistenza al nuovo. Rappresenta la forza della convenzione, della volontà acquisita che non può esercitarsi sull'oggetto, perché l'oggetto è il nuovo e l'oggetto è la minaccia. Per questo la volontà acquisita difende se stessa con il tradimento.
Il tradimento è necessariamente non-pubblico, ma non perché sia sconosciuto. Esso, anzi aspira ad esser conosciuto affinché la forza che esso vuol testimoniare sia, essa stessa, riconosciuta: ciò è in effetti il vero obiettivo del tradimento, il riconoscimento della propria forza.
Questo riconoscimento non può avvenire frontalmente al movimento che mira all'oggetto. Il movimento che mira all'oggetto è il movimento carismatico, creativo, che tende a dar forma al nuovo e combatte quindi il vecchio e minaccia quindi la forza della volontà. Su questo terreno la volontà è destinata a perdere. e questo è un terreno pubblico.
Il tradimento deve quindi lavorare nascostamente perché il momento della lotta deve uscire dall'agone con il nuovo, ma non deve essere necessariamente sconosciuto. Il tradimento mira a far conoscere la propria forza e quindi a far sapere di sé: non a misurarsi, a manifestarsi. Farà quindi sapere di sé e si farà percepire in modo tale da non dare la certezza, in modo tale, quindi da evitare il confronto. Ciò che interessa è di lasciare un canale libero affinché si sappia che c'è e quindi affinché la volontà vecchia possa ancora esercitarsi e aspettare di vincere, cioè aspettare la de-formalizzazione di chi lotta contro l'oggetto, cioè di chi crea il nuovo, per tornare a manifestarsi, per tornare a mostrarsi e a farsi riconoscere.
Il tradimento non nega se stesso, ma non formalizza la propria esistenza, non intende mettersi in discussione.
Il tradimento si lascia percepire in misura tanto maggiore quanto è forte la propria forza e a negarsi solo se il nuovo si afferma.
Mentre il carisma prende la propria forza dalla scoperta dell'oggetto e quindi dalla scoperta di se stesso e quindi dall'atto creativo; il tradimento prende la propria forza dalla congiunzione delle volontà: il carisma è un unione di uomini attorno all'oggetto, ogni uomo si trova unito agli altri tramite l'oggetto venendo quindi a costituire una unione mediata, indiretta.
Il tradimento prende invece la propria forza dall'unione con l'altro, è un'unione diretta.
L'unione carismatica è un'unione oggettiva, quella del tradimento è un'unione soggettiva, di persone. Parallelamente si può dire che ogni unione di persone mira a conservare le vecchie volontà, a potenziarle e a resistere al nuovo, resistere alla creazione.
Ogni unione diretta di persone è potenzialmente volta al tradimento.
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