mercoledì 22 febbraio 2012

L'ARTE FRA VALORE DI SCAMBIO E VALORE D'USO

dice Ignazio:
"oggi ancor prima delle merci quello che va prodotto è il loro consumo esattamente come avviene col sistema della moda che per esistere deve  inventarsi di continuo i propri consumatori. Per promuovere un artista si utilizzano apparati produttivi in piena regola. Viene  messa in piedi una struttura pari a quella che serve per lanciare un auto o un vestito.
Ogni  artista sa che però se la sua opera assume prevalentemente valore di merce di scambio, assolve solo parzialmente alla forza generatrice che l’ha prodotta."

Chiediamoci: in che modo il valore di scambio si differenzia dal valore d'uso? Ovviamente il valore di scambio avviene nello scambio e lo scambio avviene per avere l'uso del bene che si è ottenuto.
Perché il processo di scambio che porta all'uso diverge dal valore d'uso?
Nella serie di azioni che porta dall'uno all'altro sembra difficile intravedere la ragione e il meccanismo di tale trasformazione. E tuttavia si possono rilevare comunque degli indizi.
Per esempio molti comprano più libri di quanti non ne leggano. Anzi tutti compriamo libri che non leggiamo mai tutti completamente. È come se il bene in questione fosse portatore di due diversi valori, il valore di scambio, appunto, e il valore d'uso, dove il valore di scambio ha un suo autonomo appeal che non coincide con il valore d'uso. Voglio qualcosa anche senza conoscerla: il libro stesso lo posso conoscere solo dopo averlo consumato ma lo acquisisco prima, quindi senza conoscerlo. 
Ma anche un oggetto diverso, per esempio, una mela, decido di comprarla prima di averla mangiata e solo dopo averla mangiata posso valutare la sua utilità per me in termini di sazietà e di soddisfazione.
Ciò che possiamo dire a questo punto è quindi il fatto che il valore di scambio PRECEDE il valore d'uso.
Per accedere all'uso di un bene devo PRIMA attraversare il meccanismo dello scambio che è un meccanismo sociale, devo entrare in un rapporto sociale.
Nella condizione primitiva di natura l'attrazione del bene era offerta immediatamente dalla natura e non richiedeva nessun attraversamento sociale. Richiedeva il rapporto con la natura, ma non il rapporto sociale. Tuttavia anche il rapporto con la natura pur concepito idealmente a livello primitivo non era privo di insidie e di elaborazioni: esistono frutti velenosi che si mostrano appetitosi e promettono un ottimo valore d'uso nascondendo un uso in effetti mortale.
La società ha imparato a conoscere i trucchi della natura e li ha comunicati ai propri figli. I trucchi della natura quindi sono anch'essi diventati sociali, anche l'accesso alla primitività della natura ha cominciato a richiedere l'attraversamento del rapporto sociale.
La società è ben presto diventata la fonte della valorizzazione delle cose e quindi l'origine dell'approccio ai beni. Questa operazione valorizzante ha in sé tuttavia infinite turbative che i tanti attori inseriscono nell'operazione per ragioni esterne alla natura del bene sul quale operano. Di che si tratta? Si tratta ovviamente degli interessi che sono distinti dal bene come lo scopo del guadagno è distinto dallo scopo della vendita.
Quando la società diventa preponderantemente impregnata dell'esternità degli scopi sul processo di valorizzazione dei beni abbiamo uno scollamento decisivo fra valore d'uso e valore di scambio. Ciò a cui allude Ignazio è esattamente questo.

Ignazio offre una speranza a questa situazione. Una via d'uscita che ha sicuramente elaborato tenacemente e che sta alla base della sua scelta d'artista:

"esistono luoghi non destinati all’esposizione, alla ritualizzazione dell’arte, luoghi liberi da prescrizioni mercificatorie dove l’arte è in diretto contatto con il loro destinatari quali sono gli spazi pubblici. Ciò priva l’opera di valore puramente commerciale, restituendole valore d’arte. Non più oggetti ma opere d’arte che dialogano in modo diretto con il pubblico senza finte cornici."

Diciamo che la battaglia non è semplice, diciamo che l'opera di valorizzazione mercantile invade ampi spazi e tende a riempirli tutti, diciamo che anche gli spazi pubblici finiscono per esserne pervasi e influenzati nelle loro scelte - per esempio nelle scelte che fanno o tendono a fare degli artisti a cui affidare gli spazi pubblici.
E tuttavia i giochi non sono fatti fino in fondo, una tensione esiste a livello politico e sociale e questo rappresenta il terreno su cui continuare a misurarci.
Soprattutto i giochi non sono fatti a livello sociale, cioe' nella distinzione tra valore di scambio e valore d'uso: l'apparato valorizzante agisce sul processo di scambio, cioe' sul momento che PRECEDE, ma non potrà mai agire sul momento dell'USO: questo momento è il momento decisivo, è il momento solitario e individuale nel quale l'individuo è solo con il proprio consumo e con la verifica della risposta ai propri bisogni.
Il meccanismo valorizzante che agisce sul valore di scambio provoca automaticamente un processo di alienazione che è a esso funzionale: solo l'uomo alienato si dimentica dei propri bisogni e scambi la non-risposta per risposta. Però questo processo non è mai totale e la lotta per rivolgersi a un'umanità vera può essere continuata fiduciosamente.

3 commenti:

  1. I luoghi non destinati all'esposizione sono quei luoghi per lo più incontaminati e finora alieni ad ogni forme d'arte. Essi vanno individuati e possono rappresentare una nuova occasione d'incontro tra artisti e pubblico. Ma è altresì assolutamente necessario individuare anche quelle nuove forme d'arte capaci di interagire tra quei luoghi ed il pubblico.
    E' questa la sfida più grande per gli artisti a cui si apre un intero nuovo mondo totalmente distante dai sussulti isterici del Mercato.
    Ignazio Fresu

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  2. Volevo complimentarmi con voi per il sito e il blog.
    Sono del Gruppo di Lettura di Vaiano, abbiamo parlato di voi
    nel nostro blog.
    E' sempre un piacere scoprire realtà simili per finalità e motivazioni

    Pina
    Mi scuso se il commento non è pertinente all'argomento trattato..

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  3. Grazie Pina.
    Pubblico qui il link del blog del Gruppo di Lettura di Vaiano
    http://gruppo_lettura.blog.tiscali.it/2012/02/21/skeda-un-giornale-particolare/

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