lunedì 6 febbraio 2012


Il primo uomo del primo passo era piuttosto piccolo. Aveva sempre vissuto ai margini del potere. Conosceva l'uomo potente del branco anche se questi si era sempre curato poco di lui.

Il primo passo cominciò con una randellata con la quale l'uomo del primo passo colpì l'uomo del senza passi, l'uomo potente, facendolo crollare a terra.

Dopo la prima randellata ne tirò altre: si era talmente spaventato di ciò che aveva fatto che percepì come unica via di fuga l'assassinio. Uccise il capo.

Non poteva far altro. Il capo era un uomo sicuro di sé, prepotente, prendeva tutto ciò che voleva, tutto ciò che poteva consumare, sicuro di non trovare opposizione efficace. Chiunque si opponesse veniva vinto, schiacciato, umiliato, emarginato.

L'uomo del senza passi, per quanto brutale e prepotente, non aveva però mai ucciso. Non ne aveva bisogno. L'uomo del primo passo era piccolo, sarebbe stato schiacciato e questa volta ucciso. Doveva uccidere.

Molte cose cambiarono da allora. Gli altri del branco quando videro cosa era successo guardarono all'uomo del primo passo con un misto di ammirazione e di rabbia, e guardarono all'uomo del senza passi steso per terra e privo di vita con un misto di sollievo e di pietà. Pietà nascosta tanto che non trasparisse agli altri per non apparire debole, per non apparire fuori del nuovo sistema di cose.

L'uomo del primo passo infatti, prese il posto del capo e fu oggetto di aspettative, di invidia e di colpevolizzazione. 
Il nuovo capo comunque non lasciò le cose come stavano prima, non si limitò a occupare il posto del capo. Non era sicuro di sé come lo era l'uomo del senza passi, sapeva che poteva essere ucciso a sua volta. 
Il primo capo si avvicinava agli altri con la sicurezza del capo e prendeva da loro ciò che voleva prendere. Non usava alcuna precauzione. Non scrutava gli occhi degli altri con diffidenza, mostrava disprezzo se provava disprezzo e simpatia se era questo che lui provava. Si arrabbiava o rideva con la sicurezza e la verità delle proprie emozioni.

Il capo secondo si avvicinava con circospezione, non esprimeva i suoi sentimenti con libertà. Non il disprezzo (avrebbe potuto far nascere un nemico mortale), non la simpatia (l'uomo di fronte poteva celare la morte anche dietro il sorriso).
Il nuovo capo inventò la distanza fra uomo e uomo, innalzò mura fra sé e gli altri.

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